Ma quindi… le immagini generate con ChatGPT avranno davvero una filigrana?
È questa la domanda che sta facendo il giro del web nelle ultime settimane, soprattutto tra marketer, creativi e appassionati di intelligenza artificiale.

La notizia, non ancora confermata ufficialmente da OpenAI, nasce da alcune righe di codice individuate nell’app Android di ChatGPT, dove si fa riferimento a un misterioso “ImageGen watermark”. Per chi non lo sapesse, ImageGen è il modello di intelligenza artificiale che permette a ChatGPT-4o di generare immagini a partire da descrizioni testuali o foto caricate dall’utente. 

E se ti stai chiedendo “Perché ora?”, la risposta è semplice: l’esplosione di contenuti generati dagli utenti – spesso nello stile dello Studio Ghibli – ha reso la funzione di creazione immagini una delle più amate di ChatGPT. Talmente amata da convincere OpenAI ad renderla disponibile anche agli utenti gratuiti. Ma con la popolarità arrivano anche le complicazioni.

Cosa cambia, in pratica?

Se la filigrana verrà davvero implementata, gli utenti del piano gratuito vedranno comparire un piccolo “marchio” sulle immagini che generano. Nulla di invasivo, si presume, ma comunque visibile. Gli utenti a pagamento, invece, dovrebbero continuare a ricevere immagini “pulite”, senza watermark.

Ma è una questione di trasparenza… o una strategia per spingere gli upgrade?

Forse entrambe le cose. Da un lato, l’etica digitale richiede sempre più chiarezza sull’origine dei contenuti: sapere se un’immagine è creata da una AI o da una persona può fare la differenza, soprattutto per chi lavora con brand identity, campagne visive e contenuti editoriali. Dall’altro, c’è anche un chiaro richiamo alle logiche freemium che già conosciamo bene: una piccola limitazione gratuita, e un incentivo in più per passare alla versione premium.

E il paragone con i siti di stock?

Non è poi così lontano. Anche lì, le anteprime gratuite sono spesso “segnate” da una filigrana, che scompare solo con l’acquisto. È un meccanismo ormai accettato, e forse anche OpenAI lo sta adattando al mondo della generazione AI.

Nel frattempo, si parla anche dello sviluppo di un’API dedicata a ImageGen, pensata per permettere agli sviluppatori di integrare questa tecnologia nei propri strumenti. Una notizia che potrebbe interessare da vicino chi lavora nel mondo del marketing, del design o del content management.

Quindi… ci dobbiamo preoccupare?

Non proprio. Ma è un segnale. Un’indicazione chiara di come il mondo dell’AI stia cercando di trovare un equilibrio tra accessibilità, trasparenza e sostenibilità del proprio modello di business. 

Insomma, la domanda non è più solo “possiamo generare immagini con l’AI?”, ma “quanto conta sapere che sono state generate così?”.
E la risposta, sempre più spesso, fa la differenza.

Published On: Aprile 22nd, 2025 / Categories: Marketing Strategy, Novità /

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